Fare un catalogo con le nostre porte è difficile, non sono mai uguali, le possibili combinazioni sono talmente tante che è più facile rovesciare il discorso, prendete spunto da quello che proponiamo, aggiungete un qualcosa di visto e che vi è piaciuto, mischiate il tutto con quello che state immaginando e, chiacchierando, cerchiamo di renderlo un oggetto concreto.
Certi di una adeguata stagionatura utilizziamo il pioppo ( non quello da cartiera ma l’”arbrun” ), il pioppo selvatico utilizzato dai nostri nonni per le porte interne, i mobili di quotidiano utilizzo, un materiale povero ma di estremo “calore”, il castagno o il rovere, il noce nazionale per porte importanti con un indubbio valore intrinseco, il frassino olivato o il larice, il tiglio per il laccato, oppure solo se certi della stagionatura il ciliegio nostrano e l’olmo, e su specifica richiesta il cedro nostrano ( con i nodi,) l’acacia o il pero;
La costruzione delle porte avviene poi con macchinari tradizionali, i pezzi da assemblare vengono utilizzati in base alla venatura per creare un’effetto armonico al momento della tintura, ( utilizziamo solo del legno massello, non lamellare o lastronato, i movimenti sempre possibili utilizzando il massello sono compensati dall’aspetto unico di tali pezzi, ad esempio i pannelli sono giuntati con tavole lavorate non parallele, certo, possono magari fessurarsi, usando del compensato impiallacciato non si sarebbe questo rischio, ma non c’e neanche l’aspetto “perlinato”ogni porta è diversa, sono particolari che, anche se non immediatamente percepiti, sono importanti per il risultato finale
Le porte vengono poi finite con pialla a mano ( che lascia gli inequivocabili segni più o meno evidenti in base alle richieste) poi tinte, trattate con un turapori, patinate e finite a cera
La ferramenta utilizzata è in alcuni casi prodotta da fabbri artigiani ( come le pomelle in ferro con cuscinetto ) oppure della migliore produzione commerciale o dove possibile utilizzando della ferramenta antica e ripristinata.